lunedì 20 agosto 2018

Recensione di “La scrittrice del mistero” di Alice Basso

Buongiorno lettori! Sto fremendo dall’emozione nel presentarvi quest’ultimo libro di Alice Basso, appartenente alla serie di volumi con protagonista la mitica Vani Sarca!
Oggi sono un po’ triste per via del ritorno a casa: come ogni anno il rientro è sempre un po’ traumatico per tutti, meno male che ho ancora una settimana...di duri lavori domestici 😭😭😭...per fortuna che c’è un piccolo raggio di sole all’orizzonte: la lettura!

Ma veniamo subito a noi!

CARTA DI IDENTITÀ 


COPERTINA



AUTORE: Alice Basso
TITOLO: La scrittrice del mistero
PAGINE: 332
CASA EDITRICE: Garzanti
PERCHÉ L'HO LETTO: oh finalmente riesco ad incastrarlo nelle Challenge! Da quando ho assistito alla presentazione del libro, fatta proprio a 100 metri da casa mia 😍😍😍, non aspettavo che questo momento!!!!!
GENERE: giallo romanticoso 😍😍😍

TRAMA

Per Vani fare la ghostwriter è il lavoro ideale. Non solo perché così può scrivere nel chiuso della sua casa, in compagnia dei libri e lontano dal resto dell’umanità per la quale non ha una grande simpatia. Ma soprattutto perché può sfruttare al meglio il suo dono di capire al volo le persone, di emulare i loro gesti, di anticipare i loro pensieri, di ricreare perfettamente il loro stile di scrittura. Una empatia innata che il suo datore di lavoro sa come sfruttare al meglio. Lui sa che solo Vani è in grado di mettersi nei panni di uno dei più famosi autori vienti di thriller del mondo. E non importa se le chiede di scrivere una storia che nulla ha a che fare con i padri del genere giallo che lei adora da Dashiell Hammett a Ian Fleming passando per Patricia Highsmith. Vani è comunque la migliore. Tanto che la polizia si è accorta delle sue doti intuitive e le ha chiesto di collaborare. E non con un commissario qualsiasi, bensì Berganza la copia vivente dei protagonisti di Raymond Chandler: impermeabile beige e sigaretta sempre in bocca. Sono mesi ormai che i due fanno indagini a braccetto. Ma tra un interrogatorio e l’altro, tra un colpo di genio di Vani e l’altro qualcosa di più profondo li unisce. E ora non ci sono più scuse, non ci sono più ostacoli: l’amore può trionfare. O in qualunque modo Vani voglia chiamare quei crampi allo stomaco che sente ogni volta che sono insieme. Eppure la vita di una ghostwriter non ha nulla a che fare con un romanzo rosa, l’happy ending va conquistato, agognato, sospirato. Perché il nuovo caso su cui Vani si trova a lavorare è molto più personale di altri: qualcuno minaccia di morte Riccardo, il suo ex fidanzato. Andare oltre il suo astio per aiutarlo è difficile e proteggere la sua nuova relazione lo è ancora di più. Vani sta per scoprire che la mente umana ha abissi oscuri e che può tessere trame più ordite del più bravo degli scrittori.


RECENSIONE

Anche il quarto volume dei libri di Vani Sarca non delude! 
Pieno di humour, verve, investigazioni, mistero,... insomma tutti gli ingredienti a cui siamo già abituati, in una veste sempre nuova e accattivante! 

Anche se, ahimè, c’è un ma! La protagonista si è innamorata e...si è raddolcita e anche un po’ rammollita!! Vani sta coronando il suo sogno d’amore ed è diventata un pochino più buona: il suo stomaco ne risente (ha strani e continui crampi quando è in presenza del suo lui!), il suo umore è decisamente migliorato, la sua lingua uccide un po’ meno, sembra addirittura aver fatto pace col mondo (che storicamente ha sempre detestato!) e gli angoli della sua bocca (facciamo uno solo...alla Lurch...non esageriamo troppo!) formano un pallido sorriso...insomma sta diventando quasi una persona socievole! 😂😂😂

Scherzi a parte, ci troviamo di nuovo a vivere un’avventura nella Torino dei giorni nostri. Con la sua scrittura sempre elettrizzante e coinvolgente (voi non ci crederete ma Alice parla proprio come scrive: in continuazione e a raffica! Leggendo i suoi libri, mi sembra proprio di sentir uscire le parole dalla sua bocca...non può che metterti di buonumore questa sensazione!), le sue trame gialle mai banali, i continui espedienti che incollano il lettore fino all’ultima riga (e che ultima riga abbiamo in questo libro!!!!!) e l’innata allegria che aleggia in tutta la lettura, posso solo dire che anche questa volta l’autrice ha fatto centro!

Ritroviamo anche qua tutti i personaggi che amiamo, con qualche novità davvero interessante!
Partendo da Morgana, l’adolescente vicina di casa di Vani, nonché sua mini copia, che troviamo ad affrontare i suoi primi problemi di cuore; passando per   Lara, l’insopportabile sorella di Vani, che in questo volume troviamo molto più presente per la sua crisi matrimoniale, ma anche più vicina alla nostra ghostwriter preferita, che ci dimostra di avere sotto sotto un cuore davvero grande e un affetto profondo per Lara (...che forse nessuna delle due pensava ci fosse! 😉); arrivando ad Enrico, il perfido capo di Vani, che in quest’avventura ci lascerà proprio a bocca aperta (mannaggia non fatemi dire altro che vi rovino una delle storie più stupefacenti!); transitando su Riccardo, ex fiamma di Vani (se non lo avete ancora fatto, correte a leggere il primo libro della serie L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome e vi toglierete tutti i dubbi e le domande che potete avere su di lui-loro), che è il protagonista del giallo di questo romanzo, ricevendo delle minacce di morte al limite delle storie di mafia e, naturalmente, terminando sul commissario Berganza, secondo capo di Vani che, per chi non lo sapesse, oltre a fare la ghostwriter di professione (ovvero scrivere libri che verranno poi pubblicati da altri autori), collabora con la polizia per via della sua innata capacità di capire e carpire l’animo umano, quasi come fosse una lettrice dei pensieri altrui.
Già dal primo volume abbiamo avuto una sorta di lotta tra Berganza e Riccardo per vedere chi conquisterà definitamente il cuore di Vani e in questo volume troviamo un’interessante evolversi della vicenda...che a me personalmente ha lasciato una sensazione di “sospensione”, come se la storia non fosse veramente risolta nel modo che vediamo...sono troppo curiosa di assistere all’epilogo finale!!!! 
Alice sbrigati a scrivere il quinto librooooooo!!!!! 

Ah per inciso io faccio parte del club #teamberganza se non si fosse capito: non ho mai potuto soffrire Riccardo (anche se questa volta fa quasi compassione e si scivola sulla sua eccessiva dolcezza!) per la doppia faccia che ha mostrato all’inizio (facile usare le persone a tuo piacimento e poi passare i tre libri successivi a piangere sul latte versato!), mentre commissario mi ha conquistata poco per volta (all’inizio lo ammetto Riccardo aveva colpito anche me!) con i suoi modi tenebrosi, le sue parole mai fuori posto e il senso di giustizia che lo pervade (e poi vogliamo parlare della sua parte amante della “libresca”?!?!? Praticamente è un uomo perfetto!).

Ogni personaggio viene comunque presentato con dovizia di particolari e questo, come dico sempre, è un punto a favore dell’autrice che rende, giustamente, la lettura fruibile da tutti, anche da chi non è partito dall’inizio.

Accanto al giallo di cui vi ho accennato poc’anzi e che vede protagonista Riccardo, troviamo come sempre la trama letteraria. Questa volta la nostra Vani dovrà  vestire i panni del famoso Henry Dark, un thrillerista da quattro soldi che vende moltissimo, ex compagno di scuola di Enrico, dall’aspetto a dir poco assurdo, saccente e presuntuoso. Lavorare con lui non sarà semplice, ma Vani non si fará mettere i piedi in testa e lo affronterà nel migliore dei modi: smontandolo pezzo per pezzo! 
Non perdetelo d’occhio, perché anche Henry Dark ci riserverà un colpo di scena da brivido, che farà emergere il lato segreto di alcuni personaggi.

Cosa posso ancora dirvi di questo bellissimo romanzo? 
Ma ovviamente che tra le 332 pagine che divorerete ci sarà tanto amore!!! Avevamo lasciato una Vani col cuore spezzato (e con una freddissima vendetta consumata!) al termine del primo libro, una Vani in pausa sentimentale nel secondo volume e una Vani perseguitata da uno spasimante respinto e confusa dai suoi stessi sentimenti nel precedente scritto, ora ci troviamo di fronte a delle pagine allo stesso tempo davvero spassose e romantiche, con due innamorati che parlano la stessa lingua e sembrano telepatici. Questa situazione, come dicevo prima, a parer mio non può durare per sempre, per cui sono in trepidante attesa di quanto ci riserverà Alice Basso nel gran finale!

Come avrete certamente capito, ci sono tutti i presupposti per una felicissima lettura. Gli ingredienti sono stati egregiamente miscelati tra di loro: gli amanti del giallo saranno appagati, gli infervorati del rosa troveranno pane per i loro denti e gli appassionati della parte letteraria seguiranno i retroscena della stesura di un thriller altamente commerciale (dopo un romanzo d’autore, un libro esoterico e un ricettario); tutti gli altri si troveranno invece di fronte ad un altro strabiliante e coinvolgente splendido libro!


GIUDIZIO COMPLESSIVO

Trama: 9
Scrittura: 10
Personaggi: 10
Complessivo: 9 1/2

Se vi fa piacere, lasciatemi un commento con la vostra opinione...vi leggerò come sempre con estremo piacere!

Ciao ciao

Simo

domenica 19 agosto 2018

Recensione di “Una capra sul tetto” di Anne Fleming

Ultimi giorni di mare, ultimi giorni di sabbia, ultimi giorni di sale sulla pelle,...la fine di una vacanza mi lascia sempre un po’ di malinconia, anche se da una parte sono felice di tornare a casa. 
Così per rientrare nella normalità mi dó al mio solito ritardo nel recensire le letture per le Challenge a cui sto partecipando!
Ho terminato da pochissimo la lettura di questo romanzo e ve lo presento subito!

CARTA DI IDENTITÀ 


COPERTINA



AUTORE: Anne Fleming
TITOLO: Una capra sul tetto
PAGINE: 159
CASA EDITRICE: Mondadori
PERCHÉ L'HO LETTO: Cappello Parlante nella Challenge Tutti ad Hogwarts con le tre ciambelle
GENERE: romanzo per ragazzi

TRAMA

Kid si è trasferita con i genitori a New York per prendersi cura dell'appartamento di un ricco parente (e del suo cane col nome da gatto, Cat). Il palazzo si rivela bizzarro sin da subito: si mormora che sul tetto viva una misteriosa capra e che porti sette anni di fortuna a chiunque la veda! Kid è così timida da non riuscire a rivolgere la parola a nessuno, ma per scoprire la verità sulla capra dovrà conoscere i nuovi e stravaganti vicini di casa: Jonathan, il pensionato che ha subito un ictus e cerca un modo diverso per comunicare; Kenneth P. Gill, appassionato di opera lirica e criceti; e Joff Vanderlinden, scrittore di fantascienza cieco che ama andare in skateboard. Per fortuna Kid incontra un nuovo amico, Will, che ha paura delle altezze e ha una nonna iperprotettiva, ma è pronto a indagare insieme a lei sulla leggendaria capra sul tetto. Un romanzo sulle piccole e grandi paure, pieno di personaggi imperfetti e umani che tutti vorremmo avere come vicini di casa.


RECENSIONE

Ecco un altro libro che non so ben collocare: la storia mi è piaciuta, è originale e simpatica, ma non posso annoverarlo tra le mie letture preferite.

Ambientato nella New York dei giorni nostri, tra i suoi musei, Central Park, Ellis Island,...e il palazzo dello zio Doug. 
Si perché la nostra protagonista Kid e la sua famiglia si trasferiscono a New York per qualche mese nell’appartamento 1005 per prendersi cura del cane dello zio, Cat, e, mentre si trovano li, la mamma, attrice di teatro, si trova a preparare uno spettacolo proprio a Broadway, realizzando il sogno della sua vita. 
Così, mentre lei è impegnata nelle prove, Kid e il papà gironzolano per la città e fanno molte curiose amicizie, parzialmente presentate da “Il libro di Cat”, un quaderno dove lo stesso Doug ha raccolto tutto ciò che riguarda il suo adorato cane: da ciò che ama mangiare, ai suoi amici, ai suoi luoghi preferiti dove passeggiare.

Grazie a lui la nostra Kid conosce un amico prezioso: Will (accompagnato dall’iperprotettiva e a dir poco eccentrica nonna), un ragazzo rimasto orfano, che vivrà con lei un’avventura a dir poco stramba: andare alla ricerca di una vera e propria leggenda.

Eh si, perché il cane non è l’unico animale presente, la vera protagonista è una capra di montagna che appunto una leggenda urbana dice viva proprio sul tetto del palazzo dove ora risiede la ragazzina e possa portare sette anni di fortuna a chi la vede.
I due amici non possono certamente farsi scappare un’occasione ghiotta e curiosa come questa e così, sfidando prima di tutto le loro paure, partono alla ricerca di questo animale aleatorio!
Mi è molto piaciuto questo espediente un po’ magico della capra, che a poco a poco aiuta tutti i protagonisti del libro a ritrovare se stessi e ad affrontare i loro piccoli e grandi problemi: la timidezza, l’ictus, l’amore, dei lutti importanti,...
Pagina dopo pagina il libro si arricchisce di nuovi personaggi con le loro storie più o meno drammatiche, ma affrontate e narrate con gli occhi di due bambini e quindi in un certo senso più “facili” da assorbire e capire. Ci troviamo addirittura a parlare dell’enorme tragedia delle Torri Gemelle...sempre in modo delicato.
Conosciamo così: Joff Vanderlinden, un autore di libri di fantascienza cieco che va sullo skateboard e gioca a scacchi con un ingombrante “blocco dello scrittore”, Kenneth P.Gill, uno strano vicino con un segreto importante da mantenere e un enorme dolore da superare e  i coniugi Doris e Jonathan Fennifotd-Lysinski, che personalmente ho molto amato per la tenacia e l’amore che traspare dai piccoli gesti quotidiani e dalle parole che si leggono negli occhi della moglie nei confronti dell’adorato marito e per la caponaggine di lui nel non arrendersi a quanto gli è accaduto, non solo per lui, ma soprattutto per far sparire il velo di tristezza che è calato sul viso della moglie.
Insomma un bel condominio di soggetti interessanti!

Lo stile dell’autrice è immediato e lineare, la storia creata come dicevo piuttosto originale, ma anche molto delicata e dolce, nonostante sia costellata da tanto dolore, eppure non è riuscita a catturarmi completamente. 
Non sono riuscita ad avere quel coinvolgimento che riesce a rapirmi in tanti altri romanzi. 
Forse per via della semplicità complessiva della vicenda o forse per la mancanza di maggiore suspance e avventura, tutto sommato il libro è piuttosto breve e mi sarei aspettata una maggiore “difficoltà” nell’arrivare al finale. 
Tuttavia lo reputo soprattutto un libro per adolescenti e, considerandolo con i loro occhi, vedo sicuramente un romanzo di formazione, con dei tempi corretti e dei concetti molto importanti affrontati in maniera giusta.

Complessivamente quindi mi sento di consigliarlo, in particolare ad un pubblico sotto i 16 anni e a tutti coloro che hanno piacere di affrontare una lettura impegnata col sorriso sulle labbra invece che con angoscia e drammaticità.

GIUDIZIO COMPLESSIVO

Trama: 8
Scrittura: 8
Personaggi: 8
Complessivo: 8

Un abbraccio a tutti e a prestissimo!

Simo

venerdì 17 agosto 2018

Recensione di “Sai tenere un segreto?” di Sophie Kinsella

Buongiorno e buone vacanzeeeeee! Oggi scrivo la mia recensione respirando l’atmosfera estiva di Milano Marittima e approfittando delle prime ore del mattino, quando ancora tutto tace ed è avvolto dal silenzio! 
Ovviamente ho finito questo libro già da un po’, ma come mio solito tardo sempre con la stesura della recensione; non per via del libro (che mi é piaciuto molto!) ma per la mia innata pigrizia!
Ma veniamo al dunque!

CARTA DI IDENTITÀ 


COPERTINA



AUTORE: Sophie Kinsella 
TITOLO: Sai tenere un segreto?
PAGINE: 322
CASA EDITRICE: Oscar Mondadori
PERCHÉ L'HO LETTO: mi serviva un libro con domanda nel titolo e questo è stato il suggerimento più votato!!!
GENERE: romantico-umoristico 

TRAMA

Emma Corrigan è una ragazza normale, lavora in una multinazionale ed ha un fidanzato simpatico. E come tutte le ragazze normali coltiva i suoi sogni, i suoi segreti e le sue paure. E proprio cercando di fronteggiare una delle sue più grandi paure, quella di volare, si trova a raccontare tutti i suoi più intimi segreti al suo compagno di viaggio, un simpatico americano. Che altri non è che..


RECENSIONE

I romanzi di Sophie Kinsella sono sempre una lettura leggera, divertente, scanzonata, ma, a differenza di quanto potrebbe sembrare, mai banale! 
In questo libro si ride parecchio: le vicissitudini che accompagnano la nostra Emma non possono che farvi fare il tifo per lei e i suoi modi impacciati garantiscono una gag dietro l’altra, ma allo stesso tempo si piange per le sue disgrazie e si riflette sulle ingiustizie che le accadono! Come nel migliore Fantozzi, gli imprevisti si susseguono uno dopo l’altro e lei (che odia viaggiare sugli aerei!), durante il volo di ritorno, vive un attimo di terrore durante una forte turbolenza e si ritrova a raccontare ogni singolo segreto della sua vita al vicino di posto, un perfetto sconosciuto che...non posso proseguire oltre, perché svelerei una chicca davvero esilarante del romanzo.

Ambientato nella Londra dei giorni nostri, tra i moderni uffici di una multinazionale e l’appartamento che la nostra eroina divide con la sua migliore amica Lissy e l’odiosa Jemima, passando per la casa nello Hampshire dove vivono i suoi genitori e la Panther House, la villa in campagna dell’azienda, non abbiamo veramente tempo per annoiarci! 

L’autrice, infatti, tesse una storia accattivante, brillante, dal ritmo serrato, piena di colpi di scena e fraintendimenti che tengono l’attenzione del lettore sempre attenta e viva. 
La scrittura è semplice, coinvolgente, ricca di espedienti simpatici che ci aiutano a non abbandonare il romanzo fino alla fine.
Pur essendo una storia fondamentalmente romantica, incentrata sui sentimenti contrastanti che si scontrano nel cuore della nostra Emma, non ci troviamo di fronte una lettura scadente o da rivista patinata, ma una vicenda intelligente, con una bella rivincita (siiiiiii, adoro quando i cattivi vengono sconfitti!!!) e un finale strappalacrime!

Ma veniamo alla protagonista principale: Emma Corrigan. Assistente all’ufficio marketing della Panther Corporation, venticinque anni, una famiglia composta da mamma, papà, un fantastico nonno e un’odiosa cugina che, per una brutta disgrazia, si è trasferita a vivere con loro quando erano ragazzine, un fidanzato che tutto il mondo le invidia, vive con la sua amica Lissy e Jemima, la coinquilina snob che cerca di farsi sposare da un qualunque rampollo miliardario le capiti a tiro, continua a cambiare lavoro sperando di aver trovato finalmente quello giusto (e soprattutto una promozione!) ed è un’adorabile, dolce, pasticciona e romantica ragazza che non riesce ad imporsi e a far girare la propria vita come vorrebbe!

Attorno a lei ruotano una marea di personaggi tra i quali spiccano: l’amica di vecchia data Lissy, giovane e brillante avvocato sempre presente per lei, che, oltre ad offrirle sempre una spalla su cui piangere, è prodiga di consigli appassionati e razionali, nonostante sembri nasconderle qualcosa di davvero importante; il meraviglioso nonno (il mio preferito!!) che riesce a strapparle un sorriso nelle vicende familiari più ingiuste, la aiuta inconsapevolmente nel suo lavoro, ma soprattutto è un grande fan delle barrette Panther con i suoi amici del bowling club;  Connor, il fidanzato invidiato da tutte, un “Ken” in grande, romantico, dolce e pieno di attenzioni che si rivela in realtà egocentrico, carrierista e sordo alle parole di Emma (sono rimasta invischiata dal suo eccesso di miele fin dalla prima pagina!) e poi Jack, non posso svelarvi chi è, poiché reputo sia un punto importante della vicenda, ma col suo fare misterioso e i suoi modi affascinanti entra pian piano nella vita di Emma e non si riesce più a mandarlo via. La aiuta ad essere più forte e sicura di sé, le rende giustizia finalmente dopo anni di ingiuste angherie psicologiche e...andate a leggere cosa le combina ad un certo punto!!!! Una cosa da pazzi che non mi sarei mai aspettata da un personaggio come lui!

Passando dalla perfida Kerry, alla giustiziera Jemima, agli adorati genitori, agli odiosi colleghi, i personaggi secondari sono  delle chicche ed arricchiscono la narrazione di episodi di puro amore, ma anche di odio inespresso, che vi faranno restare incantati o pieni di rabbia, per poi condurvi ad un finale spettacolare con lieto fine incorporato.

Insomma è un libro che consiglio a mia volta, come è stato fatto con me. I personaggi sono ben descritti e si muovono perfettamente tra le pagine che scorrono veloci nonostante siano più di 300 e la trama mantiene costantemente vivo l’interesse del lettore e il divertimento, ma anche i momenti più cupi e colmi di rabbia e disperazione, vi accompagneranno in una bella ruota di sensazioni. Al termine dell’ultima pagina potrete dire di aver speso molto bene il vostro tempo!


GIUDIZIO COMPLESSIVO

Trama: 9
Scrittura: 9
Personaggi: 9
Complessivo: 9


Buona lettura a tutti e a presto con una nuova recensione.


Simo

venerdì 20 luglio 2018

Recensione di “Fancy Red” di Caterina Bonvicini

Buongiorno a tutti e bentrovati! 
Si sta per concludere il mio mese da Prefetto nella Challenge Tutti ad Hogwarts con le tre Ciambelle e come al solito sono in ritardo, colpevoli questa volta un paio di letture non proprio appassionanti. Della prima vi ho parlato qualche giorno fa e della seconda vi parlo oggi. L’ho finita stanotte e mi ha lasciato sentimenti contrastanti! Vi è mai capitato di non saper dare un giudizio preciso alle vostre letture? A me è successo proprio con questo libro.

CARTA DI IDENTITÀ 


COPERTINA




AUTORE: Caterina Bonvicini
TITOLO: Fancy Red
PAGINE: 300
CASA EDITRICE: Mondadori
PERCHÉ L'HO LETTO: titolo impostomi dalle tre ciambelle. Finora l’unico che non mi ha “rapita” completamente!
GENERE: giallo-noir

TRAMA

Lindos, Grecia. È una notte d'estate. Un uomo si sveglia in una lussuosa camera da letto che non riconosce. Sdraiata accanto a lui c'è una ragazza che sta piangendo. Distesa a terra, un'altra donna. È sua moglie Ludovica: morta. «Sei stata tu?» chiede alla ragazza. «No, sei stato tu» risponde lei. Lui è Filippo, fa il gemmologo per Sotheby's. L'incontro con Ludo risale a cinque anni prima: lei, giovane e ribelle, figlia di un finanziere milanese, vuole vendere tutti i gioielli della madre, appena ereditati. Tranne uno: un Fancy Vivid Red, il rarissimo diamante rosso che porta al naso, montato come un piercing. A Filippo i diamanti piace guardarli, non possederli, è la sua regola da sempre. Ma la infrange quando si innamora di Ludo e del suo Fancy Red. Lì ha inizio la sua fine. Nel giro di sei mesi lui e Ludo sono sposati. Si amano molto, di un amore geloso e passionale, fatto di tradimenti veri e presunti, in un gioco erotico che li porta ai quattro angoli del mondo, da Lisbona a Cuba, dalle Fiandre all'Argentina, alla ricerca dell'avventura perfetta. Di quella notte fatale in Grecia, Filippo non ricorda nulla. Sa solo che lui e la ragazza, nel panico, si sono sbarazzati del corpo, buttandolo in mare. Ludo, per tutti, è annegata durante una nuotata. Ma dieci mesi dopo il diamante ricompare e il caso viene riaperto. Il Fancy Red è tornato, come un fantasma destinato a perseguitare Filippo e a metterlo di fronte alle sue colpe. Può davvero essere stato lui a uccidere la donna che amava? E perché? Per gelosia? Quanto tempo ci vorrà prima che il padre di Ludo e la polizia lo scoprano? Chi è davvero la ragazza con cui lui e sua moglie hanno passato la notte? Una delle più importanti voci della narrativa italiana scrive un romanzo dal respiro globale, che parte da un epicentro milanese e si espande, procedendo per flashback e rivelazioni, nello spazio e nel tempo, dall'assedio di Sarajevo alla crisi argentina del 2001, dalle bettole dell'Avana ai ristoranti di Anversa. Fancy Red è un noir hitchcockiano, un thriller psicologico pervaso da una suspense costante, una bellissima storia d'amore il cui protagonista indiscusso è il desiderio, indomabile e capriccioso come Ludo e la sua pietra. Di questo romanzo – costruito come un ottaedro, la struttura cristallina della gemma – i diamanti sono il perimetro e il filo rosso: "condannati a guardare da vicino la miseria estrema e la ricchezza estrema", nelle mani di Caterina Bonvicini diventano uno strumento perfetto per raccontare l'abisso spaventoso che separa potere e sottomissione, ricchezza e povertà.


RECENSIONE

Come avrete capito dalla sinossi, ci troviamo di fronte ad un misterioso omicidio avvenuto ai giorni nostri (la vicenda salta tra il 2014 e il 2017): Filippo si sveglia dopo una notte di baldoria di cui non ricorda assolutamente nulla e si trova con l’adorata moglie morta e una sconosciuta di cui non conosce nemmeno il nome, che lo accusa di essere il colpevole.
Inizia da qui la complessa e dolorosa ricostruzione di quanto accaduto, di chi fosse realmente la moglie Ludó e di chi sia lui stesso, partendo da Lindos dove avviene il delitto, passando per le Fiandre, Sarajevo, Lisbona, Cuba, l’Argentina e Milano, dove è ambientata la maggior parte della storia.

Il potere che esercita un raro e preziosissimo diamante  di famiglia, il Fancy (Vivid) Red per l’appunto, è al centro di questo libro: accompagna la povera Ludó fino alla fine, scompare (ma soprattutto riappare!) in momenti cruciali e ovviamente porta le persone a fare gesti estremi per averlo tra le mani, sia a coloro che lo anelano per motivi completamente sentimentali (era l’unico gioiello che Ludó conservava gelosamente e portava sempre con sé), sia a coloro che lo inseguono per il suo valore economico (si parla di svariati milioni di dollari!).

Tuttavia non ci troviamo di fronte all’ennesimo delitto per avidità. 
Come ci spiega lo stesso Filippo, gemmologo di fama internazionale, non si può semplicemente rubare e rivendere magari al mercato nero un diamante con le sue caratteristiche. Prima o poi il proprietario originario viene a sapere se qualcuno sta tentandodi piazzarlo e così in qualche modo “torna da lui”!

La struttura scelta dall’autrice rispecchia in tutto e per tutto la pietra, come lei stessa spiega nelle note finali “ho costruito il romanzo come un ottaedro (le otto facce triangolari diventano otto capitoli da tre paragrafi) perché è la struttura cristallina del diamante.”

La scrittura è abbastanza chiara e piuttosto piacevole, anche se nel capitolo finale ammetto di aver letto più volte alcuni paragrafi per capire “chi” effettivamente stesse parlando in quel momento e non sono tuttavia riuscita a comprenderlo con precisione, ma non è stata in grado di avvolgermi e catturarmi, se non in alcuni tratti. 

I personaggi principali sono Filippo, Ludó e Isabel. E ahimè anche di loro non mi sono innamorata!
Ludó ha dei tratti senza dubbio magnetici: un modo di fare irrefrenabile, pazzo e senza pensieri, totalmente coinvolgente, a tratti irriverente, completamente lontana dal farsi influenzare dalle opinioni altrui, ma allo stesso tempo egoista, viziata, quasi perfida. Ha di certo l’attenuante di aver avuto un’infanzia terribile, al centro di un forte momento storico, passato molto in sordina e che ha lasciato una lunga scia di sangue, sconosciuta alla maggior parte della gente. Tuttavia trovo che il rapporto col marito, che rappresenta la sua vera felicità, sia perlomeno distante dal mio modo di concepire l’amore perfetto. Non proseguo per non rovinarvi la lettura, ma mi farebbe piacere conoscere la vostra visione della vicenda.

Isabel, beh, non posso parlarvi di lei senza svelare importanti passaggi del romanzo, per cui mi limiterò a dirvi che è un personaggio molto misterioso e fondamentale, sicuramente quello che attrae maggiormente per la sua storia ( e per il suo presente!) e che nel capitolo finale mi lascia davvero a bocca aperta. Non sono comunque stata in grado di capire il suo personaggio: quanto di vero e quanto di “montato”ci fosse un lei ancora adesso non lo so.

Filippo è stato un personaggio che mi è piaciuto molto. Nonostante alcuni suoi comportamenti siano stati perlomeno esagerati e irrealistici, mi è parso un burattino sbatacchiato a destra e sinistra e manipolato dai personaggi più “forti” che si incontrano nella vicenda. Un uomo distrutto dall’assenza della moglie e che vediamo giorno per giorno scavare nella sua mente e in ciò che lo circonda per capire quanto effettivamente sia successo. Mi ha fatto molta tenerezza e compassione!

Quasi dimenticavo il padre d Ludó: il personaggio che mi ha conquistata di più! Attaccatissimo alla figlia, quasi di più che agli altri due che ha, è un milionario che abbandona tutto per scoprire cosa sia realmente successo a Ludó e ogni pagina che li descrive insieme è di una dolcezza profonda. Tratta Filippo come un figlio: è sempre presente ma non si impone e cerca di aiutarlo con discrezione ad affrontare il lutto della figlia. Mi ha subito ispirato simpatia e il suo comportamento nello svolgimento della storia mi ha confermato sempre di più questa opinione.

Eccomi quindi al termine della mia recensione ed eccomi impalata nel non saper dare un giudizio bianco o nero di questo romanzo.
Tecnicamente è un buon libro: struttura intrigante, capitoli della giusta lunghezza, un buon giallo, l’ambientazione noir ma anche colorata e briosa, il ritmo giusto, personaggi per lo più ben costruiti e delineati.
Emozionalmente, invece, non mi ha lasciato nulla. È un libro che non si lascia a metà per carità, si legge abbastanza piacevolmente, i vari fatti ti incuriosiscono, ma trovo alcuni punti della storia abbastanza irreali, i personaggi non mi catturano, ma soprattutto il finale non mi è piaciuto, mi è sembrato troncato e inconcluso, caratteristica che detesto.

Ora lascio a voi il piacere di dirmi cosa ha suscitato in voi questo libro...alla prossima!


GIUDIZIO COMPLESSIVO

Trama: 8
Scrittura: 8
Personaggi: 7
Complessivo: 7/8



Buona giornata a tutti e grazie di essere passati da qui!

Simo

lunedì 16 luglio 2018

Recensione di “Mistero a Villa del Lieto Tramonto” di Minna Lindgren

Bentrovati a tutti e buona giornata!
È di nuovo lunedì e, se non dovessi andare al lavoro, sarebbe una giornata perfetta: frescolino che nel corso della giornata diventerà afa pazzesca, i miei bimbi in vacanza che poi si sveglieranno e litigheranno, la casa da rimettere in ordine via delle grandi pulizie in atto,...no no meglio andare in ufficio!!! 😂😂😂

Sempre per via delle Challenge a cui sto partecipando, ho letto questo libro che avevo da un po’ di tempo nella mia lista dei romanzi da leggere! Tuttavia non è stato come mi aspettavo e mi ha lasciato un po’ stranita...venite con me che vi spiego come mai!


CARTA DI IDENTITÀ 


COPERTINA




AUTORE: Minna Lindgren
TITOLO: Mistero a Villa del Lieto Tramonto
PAGINE: 284
CASA EDITRICE:  Sonzogno
PERCHÉ L'HO LETTO: finalmente è capitata l’occasione di leggere questo giallo che avevo da un po’ nella mia TBR
GENERE: narrativa nordica - giallo


TRAMA

A Villa del Lieto Tramonto, ridente casa di riposo immersa nella foresta vicino a Helsinki, è l'ora del caffè e, come al solito, Irma e Siiri, due vivaci novantenni ospiti della residenza, amano trascorrere quel momento in perfetto relax. Dopo le partite a canasta, le lezioni di ginnastica dolce, il whiskino prescritto dal medico o le riunioni del gruppo per la memoria, un'oretta di svago ci vuole per scambiarsi ricordi di giovinezza o spettegolare sul funerale del giorno, che è pur sempre una festa e un avvenimento per curare il proprio look. Ma soprattutto, l'ora del caffè dà l'occasione per criticare il regolamento e l'incuria del personale specializzato, quello che figli e nipoti, per guarire i sensi di colpa, chiamano "servizi di eccellenza". Per fortuna dalla Villa si può anche uscire, andare in giro in tram per rifarsi l'occhio con le bellezze della capitale finlandese, e così a Siiri, Irma e alla loro terza compagna, Anna-Liisa, capita di osservare, con bonario sarcasmo, le stranezze del mondo moderno che le circonda. A turbare la routine delle tre amiche è però un fatto terribile: la morte, in circostanze misteriose, del giovane cuoco, sempre gentile e pieno di allegria, accompagnata da una serie di episodi inquietanti che rivelano il lato sinistro di quel rifugio, ora non più così accogliente. Provette Miss Marple, Siiri, Irma e Anna-Liisa si trasformano in intraprendenti investigatrici.


RECENSIONE

Avevo già da qualche tempo (complice anche la copertina che trovo bellissima!) la curiosità di leggere questa trilogia ambientata ai giorni nostri a Helsinki, in una moderna struttura per anziani, suddivisa tra numerosi appartamenti per gli ospiti autosufficienti e la “casa di gruppo” (altrimenti detta temibile “reparto di isolamento”), dove finiscono  i soggetti con grave demenza. 
Peccato che queste persone, nella grande maggioranza dei casi, siano stati perfettamente in salute fino a poco prima del loro ingresso in questa zona e, quando tale sorte tocca anche ad una di loro, le nostre protagoniste, le arzille plurinovantenni Siiri, Irma e Anna-Liisa, si trovano costrette ad indagare parallelamente anche allo strano decesso del simpatico cuoco Tero.

Se pensate di trovarvi di fronte ad un classico giallo, purtroppo devo deludervi: la parte dedicata al “mistero” non è niente di speciale, piuttosto confusa, di secondaria importanza e poco “intricata” per i miei gusti.
Certamente una parte “investigativa” c’è, un omicidio effettivamente è stato commesso, ma si tratta più che altro di denuncia di truffe, gonfiaggio dei prezzi, ...e basta se no vi svelo quel poco di enigmatico che c’è!

La maggior parte del romanzo si dedica allo stato di abbandono e solitudine di moltissimi anziani ai giorni nostri, che vengono “dimenticati” da parte di figli e parentiche pensano in tale modo di pulirsi la coscienza, avendo fatto il loro “dovere” e facendosi sentire poche volte all’anno, in queste case di riposo altamente “qualificate” in termini di servizi e struttura.
Denuncia certamente attuale, ma che non mi aspettavo di trovare in un libro paragonato ai gialli di Agatha Christie! 

L’autrice ha una scrittura che non è riuscita a catturarmi: non che sia poco chiara o non fluente, ma si dilunga in particolareggiate descrizioni dei luoghi che le nostre protagoniste vedono durante i loro interminabili viaggi sui tram cittadini, che sono quasi dei coprotagonisti. 
In particolare Siiri ama metterci ore di viaggio per arrivare alle destinazioni scelte e sovente ci troviamo di fronte ad un’accurata descrizione di linee, scambi e “giochi” fattibili incastrando i diversi percorsi urbani. 
Senza contare l’interminabile elenco di impronunciabili (ma questo ovviamente è un mio limite, l’autrice scrive nella sua lingua e fa riferimento senza dubbio a luoghi che la circondano) opere edilizie e culturali, costruite da altrettanti architetti nordici dai nomi anch’essi alquanto complicati, che appesantiscono la narrazione rendendola a tratti noiosa e pesante. Non sono arrivata al punto di dover abbandonare la lettura, ma certamente ci ho messo molto più tempo del dovuto a leggerlo, non riuscendo a fare più di pochi capitoli per volta almeno fino a un buon punto del libro. 
La parte finale scorre un po’ più facilmente, ma non mi ha fatto scattare comunque quella “febbre” che mi prende in alcuni libri e che mi fa fare nottata. Essendo questo il primo volume di una trilogia, dubito che leggeró anche gli altri due e me ne dispiaccio molto, dato che amo terminare le cose...ma mai dire mai! 😉 

Sicuramente la parte migliore del romanzo sono le tre vecchiette protagoniste! Loro si che ci regalano dei momenti simpatici ed irriverenti.
Mentre aspettano “tic tac tic tac tic tac” il fatidico giorno della dipartita, trascorrono il tempo a giocare a canasta, a sorseggiare vino rosso o whisky, ad innamorarsi, a girare in tram o in taxi su e giù per la città, a svelare intrighi, a partecipare a delle cerimonie funebri e ai rinfreschi che ne seguono,... insomma non hanno di che annoiarsi.
La mia preferita è sicuramente Irma! Con il suo ottimismo perenne e la sua giovialità mi è piaciuta sin dall’inizio! La battuta sempre pronta, un certo coraggio a sfidare le regole e la penna sempre pronta a denunciare un abuso ne fanno una simpatica eroina.
Più tranquilla e pacata invece è Siiri, che tuttavia dimostra arguzia e prontezza di spirito (un po’ meno di corpo, ma ciò non le impedisce di accorrere in soccorso della sua amica quando necessita!), nonché un sesto senso nei confronti delle persone che incontra, riuscendo a stabilire con facilità di chi può fidarsi è di chi no...io credo che non ci riuscirò mai!!
Infine Anna-Liisa, che inizia occupando un posto più marginale, ma che pian piano con il suo acume da ex professoressa di grammatica e la sua costante presenza, soprattutto per Siiri durante l’assenza della sua amica Irma, entra nel terzetto a tutti gli effetti.
Assolutamente insopportabile invece la caporeparto Virpi Hiukkanen, una vera torturatrice di vecchietti, capace delle peggiori angherie e sorda a qualunque richiesta riceva dagli ospiti di cui invece dovrebbe occuparsi! Manovra sapientemente marito, il sistema e chiunque venga a contatto con lei: una vera antagonista a tutti gli effetti! Le mancano solo gli artigli e le lingue di fuoco! Immaginatevi quindi come gli abitanti di Villa del Lieto Tramonto possano sentirsi al suo cospetto!
Tra i protagonisti non posso dimenticare Mika, un misterioso taxista che lotta alacremente contro un sistema sordo e cieco di fronte a quanto accade alla numerosa popolazione anziana. Un personaggio a tutti gli effetti buono, ma che (pure lui!) non mi convince pienamente. Ho la sensazione che nasconda qualcosa e che non sia come appare, nonostante il suo comportamento non lasci dubbi sulle sue vere intenzioni! È palesemente una mia sensazione, dato che Siiri non ha dubbi sulla sua totale buona fede 😜!

Riassumendo in poche righe il mio pensiero, mi trovo quindi in una di quelle rare occasioni in cui non mi sento di incoraggiare la lettura di un libro. Non è certamente uno dei più brutti che abbia letto (quelli di solito non riesco nemmeno a finirli!), ma la mancanza di coinvolgimento, la scrittura lenta e pesante e soprattutto la mancanza di giallo in un libro sbandierato come tale, mi portano a non esserne particolarmente entusiasta. La nota positiva delle tre vecchiette protagoniste non basta a reggere un romanzo di quasi 300 pagine. 

È un libro di denuncia, un modo alternativo di mettere sotto il riflettore il problema dello stato di abbandono degli anziani e della corruzione che gira intorno ai servizi di cui necessitano. Se venisse presentato così, allora sarebbe inquadrato correttamente e un lettore non si troverebbe deluso!
Mi auguro che a voi non abbia fatto il mio stesso effetto e sono curiosa come sempre di sentire il vostro parere, soprattutto se contrasta il mio! 😜


GIUDIZIO COMPLESSIVO

Trama: 7 1/2
Scrittura: 7
Personaggi: 9
Complessivo: 7/8


Un abbraccio a tutti e ci risentiamo prestissimo!

Simo

mercoledì 27 giugno 2018

Recensione di “Una bambina nel buio” di Antonella Boralevi

Buongiorno a tutti!!!! Come state? Io sono al mio penultimo giorno di ferie e come sempre vi giungo stanchissima, con un terzo delle cose previste fatte e con la malinconia di dover tornare troppo presto in ufficio!
Samuele sta trascorrendo i suoi ultimi giorni alla scuola dell’infanzia e Arianna si sta preparando per la cresima facendo un campo...e la malinconia mi assale!

Ma veniamo a noi! Ho finito da poche ore la lettura di questo libro e sono ancora attraversata dalle mille emozioni che mi ha suscitato!

È un libro molto forte, soprattutto nella parte finale, per cui preparate gli stomaci! 


CARTA DI IDENTITÀ 


COPERTINA




AUTORE: Antonella Boralevi 
TITOLO: La bambina nel buio
PAGINE: 594
CASA EDITRICE: Baldini + Castoldi
PERCHÉ L'HO LETTO: Cappello Parlante di questo mio mese da Prefetto...che emozione!!
GENERE: noir


TRAMA

1985. In una splendida villa della campagna veneta, Paolo e Manuela festeggiano i loro venti anni di matrimonio. Hanno una bambina dolcissima di undici anni, Moreschina. Tutta la buona società di Venezia è accorsa alla loro festa. Camerieri in guanti bianchi, champagne nei calici di cristallo, danze, flirt, pettegolezzi, allegria. Eppure, dentro la gioia, vibra una nota di inquietudine. Un'ansia che cresce a ogni pagina. La festa finirà con una tragedia indicibile. 32 anni dopo, una inglesina di trent'anni, Emma Thorpe, sbarca a Venezia. Si porta dietro un segreto. E finisce in un Palazzo sul Canal Grande, che nasconde più segreti di lei. Il proprietario è il conte Bonaccorso Briani. Un uomo durissimo, solitario e misterioso. Il destino mette sulla strada di Emma un seducente commissario siciliano, incallito sciupafemmine. Indagano insieme in una Venezia affascinante e insolita, avvolta dalla nebbia, frustata dalla pioggia di novembre. In un crescendo di tensione e colpi di scena, il mistero di tanti anni prima trova finalmente soluzione. È il mistero del buio che tutti ci abita.


RECENSIONE 

Quando ho iniziato a leggere in giro le recensioni di questo libro, mi sono immediatamente detta “DEVO LEGGERLO ANCHE IO!”. Al di là dei pareri in maggioranza positivi, ho trovato la trama molto intrigante, intensa, ma anche bella tosta!

Effettivamente la lettura non mi ha lasciato affatto delusa!
Veniamo calati nella provincia veneta degli anni 80 e in parallelo dei giorni nostri, poiché la storia si svolge su due orizzonti temporali.
Incontriamo lo sfarzo più estremo di Villa La Fiorita, il luogo dove avviene la vicenda del 1985, completamente arredata con statue, dipinti, mobili pregiati e, per l’occasione (ci troviamo a festeggiare un anniversario di matrimonio!), agghindata con “Lunghi tavoli coperti da tovaglie candide, calici di cristallo di Boemia, enormi secchielli d’argento pieni di bottiglie di champagne” e la triste aria di decadenza di Palazzo Briani, dove si svolge la vicenda del novembre 2017, con un’unica donna di servizio, il silenzio che rimbomba nei corridoi, numerose stanze chiuse con i mobili ricoperti da lenzuola, contrapposte comunque alle camere “vissute” estremamente eleganti, colme di libri antichi e ordinati (ci sono più di 6000 volumi...un paradiso per qualunque lettore!), tavoli da pranzo kilometrici riccamente imbanditi, quadri e dipintinper i corridoi.

Come avrete capito, l’atmosfera generale del libro è generalmente malinconica, triste, umidiccia per via della pioggia incessante che cade nella maggior parte della narrazione, cupa, pesante,...cosparsa di disgrazie, sparizioni, morti, sangue. Insomma un noir come si deve!!!

Come accennavo poc’anzi la storia si svolge su due piani temporali: il 1985, anno in cui, durante la festa di anniversario dei coniugi Paolo e Manuela  Zanca, coppia di nuovi miliardari arricchitisi con le proprie forze grazie ad un prodotto innovativo ideato da Paolo, accade la tragedia che segnerà le loro vite per sempre e il 2017, anno in cui giunge da Londra l’ex avvocato Emma Thorpe, col suo carico di dolore inconsolabile, in visita a Palazzo Briani e che con l’aiuto dell’affascinate commissario Alfio Mancuso affronterà e risolverà ben più di un mistero!

I personaggi sono un vero fiore all’occhiello. La scrittrice li ha delineati perfettamente.
Il Conte Briani è un uomo anziano, ma non per questo passivo, che ha vissuto una vita tanto intensa e sfarzosa in gioventù, quanto raccolta e lontano da tutto adesso. I segreti che nasconde sono impensabili e la sua durezza e aria da snob non ne fanno certamente il mio personaggio preferito...anzi!!! Trasmette freddezza ogni volta che lo si incontra! E quel suo arrogante piglio da nobile a cui tutto è dovuto, me l’ha fatto odiare dalla prima volta che l’ho incontrato!

La sua donna di servizio Edna è a dir poco inquietante: pensavo di trovarmela alle spalle pure io! Lavora da tempo immemore a casa Briani e conosce tutto della famiglia. È stata un personaggio difficile da collocare: buona o cattiva? Subito schedata come “cattiva”, piano piano mi sono ricreduta, fino a farmi sorridere nell’episodio in cui con Emma origlia attraverso i termosifoni.

Emma cattura da subito la mia totale simpatia: schiacciata da una terribile disgrazia, ha comunque la forza (non so se della disperazione o della curiosità!) per affrontare il Conte senza esserne sottomessa, per continuare la propria vita e per risolvere anche il mistero che aleggia pesante come un macigno in casa! Nonostante tutto, l’ho trovata un personaggio positivo, una luce in mezzo a tante ombre.

Alfio, il bel commissario, a cui non sfuggirete neanche voi! Con un grande carisma e un fascino non da poco, allergico alle storie d’amore serie, si ritrova completamente irretito da Emma e mettendo a repentaglio addirittura il suo lavoro, la aiuta a far luce sull’intrigo in cui si è gettata.

Infine Moreschina e la sua mamma Manuela. Tanto dolce, ingenua, limpida, simpatica, “magica, elegante, intelligente, spiritosa” la piccola, quanto estrema, passionale, carnale e impetuosa la madre! Non posso entrare nei dettagli poiché loro occupano un posto centrale nella storia e non voglio rovinarvi la sorpresa ma...occhi aperti su di loro!

L’autrice con una scrittura assolutamente perfetta e intrigante ci trascina completamente nel vortice di questa storia, tanto misteriosa, tenebrosa e cupa quanto dolorosa, terribile e straziante, disseminando indizi qua e là e impedendoci di mollare il libro per un solo secondo: le quasi 600 pagine scorrono ad una velocità da circuito di Formula 1 e gli ultimi capitoli sono densi di colpi di scena che vi lasceranno senza fiato!

Una storia di segreti, tradimenti, falsità, annidata nei più alti ranghi nella ricchezza che viene scoperchiata per portare alla luce lo schifo che c’è grattando la superficie! Una conclusione che se da un lato trova appagato il mio senso di giustizia, dall’altro mi lascia dolorante, incredula, completamente sconvolta!

Per questo pur consigliando vivamente la lettura, sia per lo stile narrativo, sia per l’ottimo giallo inserito, sia per la dovizia di particolari legati alla descrizione degli ambienti e dell’animo umano, mi sento di mettere in guardia i cuori deboli per l’infinito dolore che viene raccontato e che mi ha lasciata interdetta.

GIUDIZIO COMPLESSIVO

Trama: 10
Scrittura: 10
Personaggi: 9
Complessivo: 9/10


E in voi che sensazioni sono scaturite? Cosa vi ha lasciato questa storia? 
Come sempre mi farebbe piacere saperlo!

Un abbraccio

Simo

mercoledì 20 giugno 2018

Recensione di “L’avaro di Mayfair” di M.C.Beaton

Buonasera lettori, questa volta è il turno di un altro consiglio della mia amica Lisse del blog Pane Libri e Mocaccino che come sempre non mi delude mai!

Questa volta mi ha catapultata nella Londra dell’Ottocento...venite a fare un tuffo nel passato con me? 

CARTA DI IDENTITÀ 


COPERTINA






AUTORE: M.C. Beaton
TITOLO: L’avaro di Mayfair
PAGINE: 194
CASA EDITRICE:  Astoria
PERCHÉ L'HO LETTO: consiglio garantito 💯%
GENERE: narrativa 


TRAMA

67 Clarges Street
In una serie costituita da sei volumi, M.C. Beaton racconta le avventure legate a una dimora situata a Mayfair, quartiere elegante ed esclusivo di Londra, affittata di anno in anno, all’epoca della Reggenza, a inquilini che volevano sfruttare la Stagione, ovvero quel periodo che andava dalla primavera all’estate e durante il quale, attraverso balli e feste, si organizzavano matrimoni tra la ricca gioventù inglese.
La Casa di Clarges Street appartiene al decimo duca di Pelham, essendosi il nono suicidato. Non solo per questo la casa non è stata affittata per due Stagioni: durante quella successiva al suicidio, il figlio degli affittuari aveva perso al gioco l’intero patrimonio di famiglia e la figlia era stata trovata morta in Green Park senza apparenti ragioni. L’alone di sfortuna che circonda la dimora fa sì che si siano abbassati i prezzi dell’affitto.
La casa è quindi vuota a eccezione della servitù, l’altra vera protagonista della serie. Trattata malissimo dall’intermediario del duca, le viene dato uno stipendio da fame, e quindi conta sugli inquilini per avere qualche mese più ricco.
Il maggiordomo Rainbird, il cuoco Angus MacGregor, la governante Mrs Middleton, le cameriere Jenny e Alice, Joseph il valletto e gli sguatteri Lizzie e Dave costituiscono un gruppo a cui è impossibile non affezionarsi.
Scritti con l’usuale folgorante umorismo di Beaton, questi libri ci regalano un delizioso intrattenimento accompagnato da un’ottima ricostruzione del periodo storico.


RECENSIONE

Ecco un delizioso romanzo che vi farà trascorrere qualche ora di puro relax: non particolarmente impegnativo, ma allo stesso tempo coinvolgente e divertente.

L’autrice con una scrittura fluida, semplice ed accattivamente, unita ad una trama per niente scontata e prevedibile ci trasporta nell’Ottocento inglese, fatto di balli, tresche, sotterfugi, amori impossibili e case splendide piene di servitù che spesso riveste un ruolo fondamentale.

Protagonista di questo libro è Mr Roderick Sinclair, un avvocato scozzese in pensione ormai sull’orlo della bancarotta a causa del suo “affetto” per la bottiglia e che improvvisamente “eredita” alla morte del fratello la sua figliastra Miss Fiona Sinclair. 
Deluso poiché sperava in qualcosa di più “consistente”, decide di buttarsi sulla sconvolgente bellezza della ragazza e di farla partecipare alla Stagione “ovvero quel periodo che andava dalla primavera all’estate e durante il quale, attraverso balli e feste, si organizzavano matrimoni tra la ricca gioventù inglese”. La ragazza apparentemente svampita e un po’ scemotta pian piano entrerà nel cuore dell’impavido scapolone Lord Harrington, ma anche dell’intera servitù di 67 Clarges Street per il suo grande cuore. 
Lascio a voi la sorpresa del finale e di tutte le avventure di cui è colmo questo romanzo, ma lasciatemi spendere due parole per Fiona e per i domestici (tutti quanti) di Casa Pelham che reputo i veri protagonisti di tutto il libro.
Fiona mi è subito apparsa un po’ sibillina e falsamente svampita, con le sue uscite spesso fuori luogo, ma in realtà di un acume nient’altro che scontato. Il suo falso candore e i suoi modi schietti e giusti nei confronti di chi aveva bisogno di aiuto, mi hanno poco a poco portata a cambiare la mia opinione, fino a farmi tifare spassionatamente per lei negli ultimi capitoli.
Assolutamente favolosi sono anche i domestici! Soprattutto il maggiordomo Rainbird e Lizzie che, nonostante le enormi ingiustizie subite dall’agente Palmer che si occupa della gestione della casa su ordine del duca proprietario e che praticamente ricatta tutti quanti, obbligandoli a non lasciare la loro occupazione nonostante il misero stipendio che gli paga, non esitano ad appoggiare e a proteggere fino all’ultimo Fiona, avendone capito perfettamente l’animo buono e giusto.
I battibecchi tra loro e i domestici dirimpettai sono spassosissimi, a tratti violenti e furibondi, nonché  un elemento presente per tutto il romanzo, visto che le loro vicende personali occupano una parte significativa del libro.

Pur essendo un romanzo breve, l’ho trovato molto ricco di dettagli e ahimè molto attuale: dai modi di vivere dell’epoca, ai sotterfugi e alle tresche degni delle spie più fini, ai passatempi delle signore (davvero impensati per me!), alla netta divisione tra i vari ceti sociali con conseguente disprezzo verso i meno abbienti, ma anche alla generosità e all’aiuto vicendevole tra le persone buone di cuore, al forte senso della protezione dell’onore delle signore, alla generosità che si cela dietro agli animi più bruschi.

Una lettura quindi che certamente consiglio, soprattutto sotto l’ombrellone!

E voi che ne pensate? Lo avete letto?
Come sempre attendonla vostra opinione!



GIUDIZIO COMPLESSIVO

Trama: 9
Scrittura: 10
Personaggi: 9
Complessivo: 9 



Simo