mercoledì 17 ottobre 2018

Recensione di “Sharp Objects” di Gillian Flynn

Buongiorno lettori e bentrovati!!!
Ho terminato già da qualche tempo la lettura di questo romanzo, ma come al solito non riesco mai a gettarmi sulla recensione in tempi brevi...capita solo a me? Comunque vedo se perlomeno riesco a non arrivare all’ultimo minuto come mio solito!

Oggi vi presento un libro che mi ha lasciato sensazioni strane e particolari. So che ne è anche stata tratta una mini serie televisiva che personalmente non ho visto (e non vedrò mai)!

Ma venite con me che tento di spiegarmi!

CARTA DI IDENTITÀ 


COPERTINA




AUTORE: Gillian Flynn
TITOLO: sharp objects
PAGINE: 346
CASA EDITRICE: Rizzoli
PERCHÉ L'HO LETTO: il mio Cappello Parlante per il mese di settembre-ottobre nella Challenge Tutti ad Hogwarts con le tre Ciambelle
GENERE: giallo-thriller psicologico

TRAMA

Otto anni dopo essere andata via da Wind Gap, la cittadina soffocante in cui è nata e cresciuta, Camille Preaker lascia Chicago per tornare in quel minuscolo avamposto cattolico del Missouri battista, luogo sperso nel nulla, dove la gente si illude di sapere come stare al mondo. È il giornale per cui lavora a spedirla laggiù, in seguito alla scomparsa della piccola Natalie Keene. Caso che somiglia a quello di un’altra bambina svanita nel nulla poco tempo prima, ricomparsa il giorno dopo nel letto di un torrente, strangolata. Aveva solo nove anni.Anche il cadavere di Natalie viene rinvenuto ben presto e la comunità di Wind Gap deve arrendersi all’evidenza: la mano che si è abbattuta con brutale meticolosità sulle due bambine è la stessa. A rivelarlo è un unico, macabro dettaglio. Con caparbietà, Camille porta avanti la propria indagine sfidando le rigide norme sociali di una cittadina bigotta e pettegola, ma soprattutto è costretta ad affrontare la madre, una donna fredda e manipolatrice, ammirata dai vicini e temuta dentro casa, da cui era fuggita ancora ragazza. L’inchiesta si gonfia come un fiume in piena e Camille non è più in grado di tenere a freno i ricordi e il male che contengono.


RECENSIONE

Ecco un altro libro che, nonostante sia scritto bene e abbia una trama abbastanza coinvolgente e ben strutturata, mi ha lasciato un senso di tristezza e amarezza.

La trama si svolge inizialmente a Chicago, dove la protagonista Camille Preaker lavora come giornalista di cronaca presso il Chicago Daily Post, quarto quotidiano locale. 
Il suo capo Frank Curry (un tipo rude che la ama come una figlia) per cercare di fare un bello scoop decide di mandarla ad indagare nella cittadina natale della ragazza, Wind Gap, dove nell’arco di poco più di un anno una bambina è stata uccisa e un’altra è stata rapita e così la vicenda si sposta in questo paesone del Missouri, dove vive ancora l’ “adorata” famiglia di Camille (patrigno, sorellastra e la madre, Adora).

L’atmosfera è da subito cupa e pesante: la donna era letteralmente fuggita dalla madre otto anni prima e a Wind Gap si nasconde l’origine del suo dramma personale: la morte della sorellina e i tagli che per lungo tempo si è autoinflitta.

Appena compare Adora sulla scena, si capisce subito il motivo per cui non volesse tornare: donna fredda e autoritaria, completamente matriarcale e ricchissima (siamo di fronte alla famiglia che ha praticamente fondato la città), tratta la figlia come un ospite...che puzza!
Il patrigno è completamente dipendente (direi assuefatto) dalla moglie ed è un burattino privo di personalità e la sorellina tredicenne, Alma, è un personaggio che vi lascerà davvero senza parole: cinica, dispotica, sensuale, fredda e crudele, salvo essere amabile ed affettuosa con la madre. È un personaggio che mi ha a dir poco sconvolta e, come mamma, mi ha fatto accapponare la pelle: una ragazzina che si atteggia a donna ci può anche stare (magari con un limite!), una bulletta di scuola ci sta già un po’ meno anche se ahimè è attualità, ma una vera e proprio torturatrice e manipolatrice di ragazzini mi sembra un po’ troppo fuori dagli schemi e dalla realtà. Mi è parsa una figura un po’ troppo portata all’esagerazione; è quasi da film horror.

Accanto a Camille troviamo anche dei coprotagonisti più veritieri e plausibili, come il detective Richard Willis, fatto venire appositamente per il caso da Kansas City, un personaggio positivo e ricco di fascino che colpirà la stessa Camille e diventerà il suo braccio destro (e non solo) nella risoluzione del caso o meglio tra dispetti e sgambetti, come si fa tra giornalista e poliziotto, si scambieranno importanti informazioni.

Un pensiero sulla protagonista non può mancare! Camille è senza dubbio un personaggio complesso e ben articolato, la sua storia personale compare pian piano tra un ricordo e una frase buttata lungo le pagine ed è anch’essa davvero terribile, ma lascio a voi il piacere di scoprirla. Tuttavia, pur avendo vissuto esperienze davvero pesanti e diffficili, ho trovato sempre un fondo di ottimismo e positività nel suo modo di essere; anche nei momenti più cupi non si è mai abbandonata al peggio, ma ha avuto la forza di riemergere e comunque di chiedere aiuto...questo ne ha fatto un quadro molto positivo per me.

Tornando alla trama come avrete capito ci troviamo di fronte ad un mistero da risolvere: una e poi ahimè due bambine rapite e uccise, la polizia che brancola nel buio e la nostra Camille che tra drammi personali e doveri di lavoro dipana pian piano una matassa davvero ingarbugliata. 
Personalmente lo giudico discreto dal punto di vista prettamente enigmatico, perché ad un certo punto del libro pure io, che non brillo certo di intuito investigativo, avevo capito chi fosse il colpevole. Tuttavia, la scorrevole ed intrigante scrittura dell’autrice, capace di creare la giusta dose di suspance e di catturare la curiosità del lettore, lo rendono una lettura piacevole.

Riepilogando quindi posso certamente consigliare la lettura, perché comunque è piacevole, si legge e si segue bene, qua e là troviamo sparsi sia indizi sul caso che flashback del “giallo” vissuto anni prima dalla protagonista, i personaggi sono ben delineati e la scrittura mi è piaciuta; di contro posso dire che la vicenda trattata è da stomaci un po’ forti e non adatta alle mamme facilmente impressionabili come me. Nonostante il parere parzialmente positivo che mi sento di dare, la sensazione cupa e triste che mi ha trasmesso non ne fanno certamente una delle mie letture preferite.


GIUDIZIO COMPLESSIVO

Trama: 7
Scrittura: 10
Personaggi: 8
Complessivo: 8 1/2

E voi? Lo avete letto? Come sempre sarei felice di leggere la vostra opinione.

Un abbraccio 

Simo

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