mercoledì 27 giugno 2018

Recensione di “Una bambina nel buio” di Antonella Boralevi

Buongiorno a tutti!!!! Come state? Io sono al mio penultimo giorno di ferie e come sempre vi giungo stanchissima, con un terzo delle cose previste fatte e con la malinconia di dover tornare troppo presto in ufficio!
Samuele sta trascorrendo i suoi ultimi giorni alla scuola dell’infanzia e Arianna si sta preparando per la cresima facendo un campo...e la malinconia mi assale!

Ma veniamo a noi! Ho finito da poche ore la lettura di questo libro e sono ancora attraversata dalle mille emozioni che mi ha suscitato!

È un libro molto forte, soprattutto nella parte finale, per cui preparate gli stomaci! 


CARTA DI IDENTITÀ 


COPERTINA




AUTORE: Antonella Boralevi 
TITOLO: La bambina nel buio
PAGINE: 594
CASA EDITRICE: Baldini + Castoldi
PERCHÉ L'HO LETTO: Cappello Parlante di questo mio mese da Prefetto...che emozione!!
GENERE: noir


TRAMA

1985. In una splendida villa della campagna veneta, Paolo e Manuela festeggiano i loro venti anni di matrimonio. Hanno una bambina dolcissima di undici anni, Moreschina. Tutta la buona società di Venezia è accorsa alla loro festa. Camerieri in guanti bianchi, champagne nei calici di cristallo, danze, flirt, pettegolezzi, allegria. Eppure, dentro la gioia, vibra una nota di inquietudine. Un'ansia che cresce a ogni pagina. La festa finirà con una tragedia indicibile. 32 anni dopo, una inglesina di trent'anni, Emma Thorpe, sbarca a Venezia. Si porta dietro un segreto. E finisce in un Palazzo sul Canal Grande, che nasconde più segreti di lei. Il proprietario è il conte Bonaccorso Briani. Un uomo durissimo, solitario e misterioso. Il destino mette sulla strada di Emma un seducente commissario siciliano, incallito sciupafemmine. Indagano insieme in una Venezia affascinante e insolita, avvolta dalla nebbia, frustata dalla pioggia di novembre. In un crescendo di tensione e colpi di scena, il mistero di tanti anni prima trova finalmente soluzione. È il mistero del buio che tutti ci abita.


RECENSIONE 

Quando ho iniziato a leggere in giro le recensioni di questo libro, mi sono immediatamente detta “DEVO LEGGERLO ANCHE IO!”. Al di là dei pareri in maggioranza positivi, ho trovato la trama molto intrigante, intensa, ma anche bella tosta!

Effettivamente la lettura non mi ha lasciato affatto delusa!
Veniamo calati nella provincia veneta degli anni 80 e in parallelo dei giorni nostri, poiché la storia si svolge su due orizzonti temporali.
Incontriamo lo sfarzo più estremo di Villa La Fiorita, il luogo dove avviene la vicenda del 1985, completamente arredata con statue, dipinti, mobili pregiati e, per l’occasione (ci troviamo a festeggiare un anniversario di matrimonio!), agghindata con “Lunghi tavoli coperti da tovaglie candide, calici di cristallo di Boemia, enormi secchielli d’argento pieni di bottiglie di champagne” e la triste aria di decadenza di Palazzo Briani, dove si svolge la vicenda del novembre 2017, con un’unica donna di servizio, il silenzio che rimbomba nei corridoi, numerose stanze chiuse con i mobili ricoperti da lenzuola, contrapposte comunque alle camere “vissute” estremamente eleganti, colme di libri antichi e ordinati (ci sono più di 6000 volumi...un paradiso per qualunque lettore!), tavoli da pranzo kilometrici riccamente imbanditi, quadri e dipintinper i corridoi.

Come avrete capito, l’atmosfera generale del libro è generalmente malinconica, triste, umidiccia per via della pioggia incessante che cade nella maggior parte della narrazione, cupa, pesante,...cosparsa di disgrazie, sparizioni, morti, sangue. Insomma un noir come si deve!!!

Come accennavo poc’anzi la storia si svolge su due piani temporali: il 1985, anno in cui, durante la festa di anniversario dei coniugi Paolo e Manuela  Zanca, coppia di nuovi miliardari arricchitisi con le proprie forze grazie ad un prodotto innovativo ideato da Paolo, accade la tragedia che segnerà le loro vite per sempre e il 2017, anno in cui giunge da Londra l’ex avvocato Emma Thorpe, col suo carico di dolore inconsolabile, in visita a Palazzo Briani e che con l’aiuto dell’affascinate commissario Alfio Mancuso affronterà e risolverà ben più di un mistero!

I personaggi sono un vero fiore all’occhiello. La scrittrice li ha delineati perfettamente.
Il Conte Briani è un uomo anziano, ma non per questo passivo, che ha vissuto una vita tanto intensa e sfarzosa in gioventù, quanto raccolta e lontano da tutto adesso. I segreti che nasconde sono impensabili e la sua durezza e aria da snob non ne fanno certamente il mio personaggio preferito...anzi!!! Trasmette freddezza ogni volta che lo si incontra! E quel suo arrogante piglio da nobile a cui tutto è dovuto, me l’ha fatto odiare dalla prima volta che l’ho incontrato!

La sua donna di servizio Edna è a dir poco inquietante: pensavo di trovarmela alle spalle pure io! Lavora da tempo immemore a casa Briani e conosce tutto della famiglia. È stata un personaggio difficile da collocare: buona o cattiva? Subito schedata come “cattiva”, piano piano mi sono ricreduta, fino a farmi sorridere nell’episodio in cui con Emma origlia attraverso i termosifoni.

Emma cattura da subito la mia totale simpatia: schiacciata da una terribile disgrazia, ha comunque la forza (non so se della disperazione o della curiosità!) per affrontare il Conte senza esserne sottomessa, per continuare la propria vita e per risolvere anche il mistero che aleggia pesante come un macigno in casa! Nonostante tutto, l’ho trovata un personaggio positivo, una luce in mezzo a tante ombre.

Alfio, il bel commissario, a cui non sfuggirete neanche voi! Con un grande carisma e un fascino non da poco, allergico alle storie d’amore serie, si ritrova completamente irretito da Emma e mettendo a repentaglio addirittura il suo lavoro, la aiuta a far luce sull’intrigo in cui si è gettata.

Infine Moreschina e la sua mamma Manuela. Tanto dolce, ingenua, limpida, simpatica, “magica, elegante, intelligente, spiritosa” la piccola, quanto estrema, passionale, carnale e impetuosa la madre! Non posso entrare nei dettagli poiché loro occupano un posto centrale nella storia e non voglio rovinarvi la sorpresa ma...occhi aperti su di loro!

L’autrice con una scrittura assolutamente perfetta e intrigante ci trascina completamente nel vortice di questa storia, tanto misteriosa, tenebrosa e cupa quanto dolorosa, terribile e straziante, disseminando indizi qua e là e impedendoci di mollare il libro per un solo secondo: le quasi 600 pagine scorrono ad una velocità da circuito di Formula 1 e gli ultimi capitoli sono densi di colpi di scena che vi lasceranno senza fiato!

Una storia di segreti, tradimenti, falsità, annidata nei più alti ranghi nella ricchezza che viene scoperchiata per portare alla luce lo schifo che c’è grattando la superficie! Una conclusione che se da un lato trova appagato il mio senso di giustizia, dall’altro mi lascia dolorante, incredula, completamente sconvolta!

Per questo pur consigliando vivamente la lettura, sia per lo stile narrativo, sia per l’ottimo giallo inserito, sia per la dovizia di particolari legati alla descrizione degli ambienti e dell’animo umano, mi sento di mettere in guardia i cuori deboli per l’infinito dolore che viene raccontato e che mi ha lasciata interdetta.

GIUDIZIO COMPLESSIVO

Trama: 10
Scrittura: 10
Personaggi: 9
Complessivo: 9/10


E in voi che sensazioni sono scaturite? Cosa vi ha lasciato questa storia? 
Come sempre mi farebbe piacere saperlo!

Un abbraccio

Simo

Nessun commento:

Posta un commento

Un commento per me, un grazie di 💖 per te!