mercoledì 27 febbraio 2019

Recensione di “La luna di carta” di Andrea Camilleri



Ciao a tutti e bentrovati sul mio blog.
Finalmente torno a leggere il mio adorato Montalbano!! Ciclicamente mi serve moltissimo: rinsaldo il rapporto coniugale (mio marito mi traduce quelle 2-3000 parole che non capisco!), ricordo amorevolmente ai miei figli che sono dei grandi “scassacabasisi” (e loro non mi capiscono!) e mi leggo un libro sempre avvincente e stimolante.
Vado subito a farvi conoscere meglio quello che ho affrontato questa volta!
CARTA DI IDENTITÀ 


COPERTINA



AUTORE: Andrea Camilleri
TITOLO: La luna di carta
PAGINE: 267
CASA EDITRICE: Sellerio editore Palermo 
PERCHÉ L'HO LETTO: come molti dei miei libri, era lì in attesa di essere letto! Per fortuna la Challenge delle 3 Ciambelle mi ha “obbligato” a riesumarlo ❤️
GENERE: giallo

TRAMA

Tra due donne forti e insidiose deve industriarsi il commissario Montalbano: una estroversa, e di franca sensualità; l'altra segreta, e di morbosi ardori, capace di tutto intraprendere e di tutto nascondere. Si sgambettano a vicenda, le due donne, su scivolosi precedenti: che sono esche e trappole per il commissario («Quann'era picciliddro, una volta sò patre, per babbiarlo, gli aveva contato che la luna 'ncelu era fatta di carta. E lui, che aviva sempre fiducia in quello che il patre gli diciva, ci aviva criduto. E ora, maturo, sperto, omo di ciriveddro e d'intuito, aviva nuovamente criduto come un picciriddro a dù fìmmine..., che gli avivano contato che la luna era fatta di carta»). La verità non procura rimedio. Se non è vittoria è purtroppo vendetta. Rovinosa e tragica. Secca e asciutta, nell'orrore: «la tragedia, quann'è recitata davanti alle pirsone, assume pose e parla alto, ma quando è profondamente vera parla a voce vascia e ha gesti umili. Già, l'umiltà della tragedia». Il commissario interloquisce con l'incipiente vecchiaia. Ricalibra le sue negligenze. Escogita ripari alla ruggine degli anni. Impara a convivere con l'ossessione della morte (un orologio biologico che batte l'ora grave) e dà udienza a passi ciechi che conducono al mistero di una casa «morta» (alla Faulkner): nella quale, attorno a un cadavere oscenamente atteggiato, si impaludano e covano le acque putride di passioni irritabili e scenografiche; insieme al fondiglio di un'oscenità politica, che lascia emergere cadaveri eccellenti e prospere viziosità. La trama è torbida, in questo romanzo che la palude stigia (facsimile della morte civile) fa solidarizzare con una politica governativa drogata di ordinaria anormalità. 
Salvatore Silvano Nigro


RECENSIONE

Eccomi di nuovo immersa nel mare di Vigata, ad indagare accanto al mio amato commissario Salvo Montalbano.
E si, perché ogni volta che mi immergo in uno dei romanzi con lui protagonista mi sembra proprio di essergli a fianco: respirare il suo stesso mare, sentire i profumini del ristorantino dove spesso va a pranzo, telefonate con lui a Livia e soprattutto cercare di risolvere i casi sempre ingarbugliati che gli accadono.

Questa volta ci troviamo ad affrontare la morte di Angelo Pardo, un rappresentante di farmaci, con una pesante macchia nel suo passato, contorniato da due donne estremamente particolari: la sorella Michela, donna all’apparenza sciatta e all’antica, che se oculatamente stimolata (indovinate da chi! 😉) tira fuori una fortissima personalità e un attaccamento quasi morboso al fratello e l’amante Elena, una donna molto sensuale ed affascinante con un passato da dimenticare e un presente alquanto particolare, alla quale il povero Angelo faceva dei regali veramente importanti.

Accanto a questa vicenda, come sempre, Camilleri ce ne presenta un’altra, all’apparenza completamente distaccata, immersa nel mondo politico, della droga e della mafia.

Le indagini vengono svolte da Salvo con la sua solita maestria e il suo istinto che, nonostante spesso tenti di essere “babbiato” (preso in giro) dai vari personaggi, alla fine porta sempre il nostro ispettore alla risoluzione dei misteri.
Una caratteristica che apprezzo molto dell’autore è il trovare sempre la “giustizia” in ogni caso (o almeno in quelli che ho letto finora o ho visto in Tv!). Visto che molto spesso la legge ha le mani legate, soprattutto nelle terre siciliane, Camilleri escogita sempre uno stratagemma che porta ad una sorta di risoluzione che fa dire al lettore “Anche se la giustizia non ha fatto il suo corso, per lo meno il responsabile è stato punito! Sono soddisfatto”.
Il giallo è ben strutturato, mai scontato, ti porta a cercare i vari indizi disseminati qua e là, a costruirti un’ipotesi che, per quanto mi riguarda, non è mai quella giusta (meno male che non lavoro nella polizia!), insomma 10 e lode all’autore sotto questo aspetto.

Un altro dei punti di forza di questi romanzi è proprio la scrittura di Camilleri: il fatto di scrivere in dialetto è estremamente coinvolgente ed immediato, se ci penso se fosse scritto in italiano non avrebbe la stessa resa (e lo dico tirandomi una mazzata sui piedi da sola, visto che sono piemontese e a prima vista non capisco praticamente niente: ho sposato mio marito solo per avere un traduttore personale...ma non diteglielo che si urta 🤣🤣🤣).

Vi lascio naturalmente consigliandovi in primis di appassionarvi come me a questa serie (non ne potrete restare delusi) e ricordandovi di soffermarvi sempre e tanto sul personaggio dell’agente Catarella: solo per le risate che vi farà fare lui vale la pena di comprare il libro.


GIUDIZIO COMPLESSIVO

Trama: 10
Scrittura: 9 (solo per colpa di mio marito che non mi sa tradurre tutto! 🤣🤣🤣)
Personaggi: 9 1/2
Complessivo: 9/10

Ci sentiamo prestissimo, perché come sempre sono all’ultimo giorno utile per mandare le mie recensioni alla Challenge a cui sto partecipando, ma soprattutto perché ho un altro bellissima e toccante lettura da condividere con voi!

Un abbraccio virtuale 

Simo

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